mercoledì 14 novembre 2012

Il Tempo delle Mele Cotogne

Bene, bene! La maggioranza si è espressa a favore della caccia alla ranocchia! E allora vediamo come andrà! Riuscirà il giovane Sven a dare sfogo alla sua sociopatia liberandosi della fastidiosa principessa? Oppure la ben più preoccupante adolescenza dei due trasformerà quello che sembrava il prologo per un gioioso spargimento di sangue in un inquietante harmony a sfondo psichiatrico? E non mi riferisco certo a Sven! Leggete e gioitene moderatamente!

Cleofelia segue Sven tra gli arbusti, cercando di non mostrarsi tesa o nervosa. In realtà se la sta facendo sotto e di certo le pesanti nuvole cariche di pioggia che s'arrotolano sopra le loro teste come serpenti non contribuiscono a smorzare la tensione. Perché diavolo ha fatto una cosa tanto sciocca come seguire quel tappo psicopatico nel folto della foresta? Poi però, pensandoci bene, si rende conto che contrariarlo sarebbe stato ben più pericoloso.
E poi con un'altra pettinatura e un'aria meno ciondolante sarebbe anche carino. Certo, è basso. Parecchio basso. Ma diamine, quando la guarda con quegli occhi da predatore...
Cleofelia si sente scuotere da un brivido e avvampa per la vergogna. Inutile negarlo con sé stessa, più sono pericolosi e più l'attizzano da morì.
- Sta per piovere... - osserva Sven senza voltarsi. La principessa sussulta, imbarazzata. Ci vuole un lungo attimo perché il suo cervellino realizzi che i pensieri sconci riguardo il ragazzo non possono essere visti o uditi da nessuno e che quindi è inutile imbarazzarsi.
- Ehm... sì. Forse dovremmo rientrare... - azzarda lei con un fil di voce.
Lui si volta appena e la fissa di sbieco. - Se piove usciranno le ranocchie. Ci perderemo il bello. Perché dovremmo rientrare?
- Oh... ehm... già. Le ranocchie, sì. Non ci avevo pensato. - dice lei, giocherellando con le dita affusolate.
- Che c'è, non ti piacciono le ranocchie, per caso? - chiede lui, rude, continuando a camminare.
- Eh? Cos... no! No, no, io adoro le ranocchie! Ai funghi, marinate, in salsa agrodolce... - farfuglia Cleofelia, guardandosi nervosamente alle spalle. Senza rendersene conto finisce con l'andare a sbattere contro Sven, che si volta e la osserva con un ghigno strano dipinto sul volto glabro.
- Perché continui a guardarti indietro? Credi che qualcuno ci stia seguendo? O lo speri?
- Io? Ehm... no... è che questa foresta... è così... err... paurosa, mi fa sentire osservata. - si stringe nelle spalle, massaggiandosi un braccio. - E poi sono un po' in ansia... non ho detto a Odetta dove sarei andata. Sì preoccuperà a morte!

STACCO REGISTICO SUL CAMPO DEI BANDITI.

Alcuni suonatori di violino e fisarmonica già ubriachi stanno suonando come pazzi alcuni brani folk trascinanti, mentre gli uomini e le donne della foresta ballano e cantano fino a sgolarsi. Gaston e Odetta, a braccetto, stanno piroettando su un tavolo di legno, mentre lanciano cosciotti di pollo e costine di maiale unte sul pubblico che li acclama battendo le mani!
D'un tratto un ciccione sdentato solleva il pugno in cui stringe una braciola annerita e con la bocca sdentata ancora piena urla a squarciagola:
- Gara di rutti!! 
Poi da' personalmente il "la" alla competizione, accompagnato da urla di compiacimento e da innumerevoli altri gorgheggi e virtuosismi dell'apparato gastrico.

FINE STACCO.

- Cos'è stato? - sussulta Cleofelia, spingendosi involontariamente tra le braccia di Sven. O meglio, la scena sarebbe stata questa se il giovane fosse stato alto a sufficienza. In questo caso forse sarebbe meglio dire che la faccia di Sven finisce involontariamente tra le tette di Cleofelia.
Lo shock per il ragazzo, poco uso alla vicinanza di qualsivoglia femmina che non sia la sua cavalla, è grande e qualcosa dentro di lui scatta. No, non lì. Più su! Più su... ecco, . In testa.
- Qu... qu... quale rumore? - domanda il ragazzo, cercando disperatamente di riprendere fiato, ma non così ansioso di abbandonare "il posto più morbido dove mettere il naso".
Lei si accorge di aver compiuto una mossa assolutamente sconveniente per una signora, perciò si allontana di scatto, il volto paonazzo per l'imbarazzo. Non era mai stata così vicina ad un ragazzo prima d'ora. A parte Jonas, lo stalliere. Ma poi suo padre, il Re, le ha detto che non era accettabile che una del suo rango stesse così vicino ad un semplice stalliere. L'ultima volta che aveva visto Jonas indossava un due pezzi e si faceva chiamare Gina.
- Non l'hai sentito? - geme lei, per rompere l'imbarazzo - Quello strano ruggito!
- Ve... ve... ve lo sarete i... i... iimmaginato, p...pp...ppprincipessa.
Cleofelia nota che il ragazzo sembra aver perso tutta la sua aura omicida. Da un lato si sente sollevata, dall'altro delusa. Senza quello sguardo feroce negli occhi del tipo "ti picchio perché ti amo troppo" il giovane Sven non è più così conturbante come prima.
- Mi sono stufata di cercare ranocchie. - sbotta infine, riassumendo la parlata stizzosa di ogni fanciulla viziata e di nobili natali che si rispetti -. Riportami al campo, per favore.
Sven si guarda i piedi, indeciso. - Ma le r... rrr...
- Le ranocchie aspetteranno domattina. - sospira Cleofelia - Ormai è quasi buio e non si vede più niente. E poi gli animali pelosi mi fanno schifo.
- Pppp... pelosi? Ma le rrr... ranocchie non sono...
- Uff, piantala di essere così polemico, per favore! Questa foresta mi fa davvero paura... sembra proprio che gli alberi ti osservino... 
Gli alberi magari no, ma appollaiata su uno dei rami superiori, nascosta perfettamente dall'oscurità della sera, la Serpe osserva i due da dietro la maschera. E' certa che il giovane avesse intenzione di assassinare la principessa. Aveva quasi avvertito la sua aura omicida, poi d'un tratto più nulla. Davvero strano.
Li osserva allontanarsi nella boscaglia, verso il campo e la festa in corso. Cleofelia sta ancora rampognando il ragazzo a proposito del comportamento dei giovani scudieri con le donzelle dell'alta società quando un tuono romba in lontananza. La Serpe si muove per seguire i due, ma all'improvviso si blocca e si torce all'indietro, in silenzio. 
Sente una presenza. Un'aura cupa, un potere immenso cala sulla foresta e tutti i suoi suoni si attutiscono di colpo, come se l'ambiente stesso fosse in ascolto.
Qualcosa si sta avvicinando al loro accampamento. E non è amichevole.
Con un balzo la Serpe salta su un altro ramo, poi su un altro e un altro ancora. Il Falco e gli altri sono in pericolo.

Sboccerà l'amore (sicuramente travagliato) tra quella svanita masochista di Cleofelia e quello psicopatico balbuziente di Sven? Nel prossimo capitolo Von Braun incontra Marianna la Strega!! State tonnati, come dicono nelle terre del nord!


"Ah, questi adolescenti d'oggi! Alla loro età noi sì che si sapeva fare all'ammore!"
- Marianna la Strega - 

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Con velenosa franchezza,

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