sabato 10 maggio 2014

Il Segreto della Sfera: Capitolo 7! GRAN FINALE!



Bentrovati, insulsi licheni tenacemente e insensatamente aggrappati al muro della vita. Spero che questa mia vi trovi in forma, pronti a essere precettati nel caso si arrivi alle mani con i nani (se mi passate il gioco di parole). Dunque, oggi diamo l'arrivederci alle nostre tre piccole streghette di campagna, Amelia, Agatha e Petronilla. Si CONCLUDE infatti IL SEGRETO DELLA SFERA, la storia di Clara su come Brave e la maga Dulcina si siano incontrati per la prima volta. 
Nemmeno io sapevo tutta la storia e devo ammettere che gli ultimi, imbarazzanti particolari verranno raccontati e ridicolizzati nelle taverne del Regno per parecchio tempo a venire. A Brave verrà un colpo quando saprà che ora tutti sono a conoscenza della sua incapacità nel gestire il gentil sesso.
...
Come dite? Senti da che pulpito? Vorrei ricordarvi che il sottoscritto era un discreto sciupafemmine, in gioventù. Ho smesso perché gli impegni di Stato si sono fatti pressanti e non avevo più tempo da dedicare a feste ed eventi mondani. Sono un uomo impegnato io, cosa credete?
Ora, se volete scusarmi, devo finire di costruire la mia nave in bottiglia, da solo, nel mio studiolo per il modellismo. Clara tornerà presto con noi con le sue ottime recensioni! Voi continuate pure con le vostre insulse esistenze, piccoli licheni. Nessuno vi disturberà.

Vostro creativo,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re

di Clara

- Non si è fermata. Non posso crederci, la sfera non si è fermata.- ripeté Amelia, sconvolta.
- E ti lamenti?- obiettò Agatha:- Insomma, non è così scontato che debba bloccarsi tutte le volte.-
- No, ma...- l'altra ragazza lasciò sfumare la voce, senza saper spiegare quella strana sensazione che ci fosse stata una pausa. Scrollò le spalle: la magia faceva strani effetti, era risaputo. Peccato che non fossero mai quelli desiderati.
Petronilla roteò gli occhi, facendo notare:- Intanto vi siete persi tutta la scena della corsa a perdifiato attraverso i labirintici meandri della torre che crollava.-
- Ma che... sono passati pochi secondi! Come facciamo ad essercela persa?- protestò Agatha.
- E che ne so io? O la sfera ha accelerato l'azione, oppure loro corrono molto veloci.-

Dulcina si piegò in due, le mani sulle ginocchia, e si ripromise di riprendere a fare esercizio fisico. Quando ancora viveva in città una corsa come quella sarebbe stata una passeggiata, ma da quando si era trasferita all'Accademia doveva ammettere che aveva un po' trascurato l'allenamento. A parte nel laboratorio di alchimia, ovviamente, dove le esplosioni erano all'ordine del giorno.
Una Torre Oscura che crolla...
Alle loro spalle, una scenografica nube di polvere e ceneri nascose l'implosione della Torre Oscura, che si ripiegava assai meno scenograficamente su se stessa. Il Manuale per costruttori di Torri Oscure, consultabile in molte biblioteche di magia ma sconsigliato per la sua tendenza a far impazzire i lettori con termini tecnici e perfide note a piè di pagina, spiegava che l'implosione era di gran lunga preferibile all'esplosione, visto che non coinvolgeva il territorio circostante e diminuiva il rischio di dover pagare spese legali a qualche vicino di casa infastidito. Sul serio, ribadiva il Manuale, la gente diventa molto suscettibile quando si trova l'orto ricoperto di cenere. E pensare che è un ottimo fertilizzante.

- Verissimo.- commentò Amelia, pensierosa:- E poi, perché qualcuno dovrebbe mettere su un orto accanto ad una Torre Oscura? Magari le energie magiche fanno crescere verdure più grandi?-
- In effetti... C'era quel tizio che vendeva zucche gigantesche alla fiera dell'anno scorso, ricordate? Poi tutti quelli che le hanno mangiate sono stati ammalati per settimane, e si è scoperto che le aveva raccolte in un cimitero maledetto.- raccontò Agatha.
Ci fu un istante di silenzio, poi Amelia domandò:- E cosa è successo al mercante?-
Agatha aggrottò la fronte, cercando di ricordare:- Credo che alcune delle vittime lo abbiano trovato a tentare la truffa in un'altra fiera. Non ci ha più provato, dopo essersi ritrovato una delle famose zucche su per...- si interruppe di colpo, e lei e Amelia gettarono un'occhiata allarmata all'innocente Petronilla. Per fortuna la bambina era troppo concentrata sulla sfera per chiedere ulteriori delucidazioni.

Storm Brave attese che la confusione si riducesse, poi scoppiò a ridere:- Bene, suppongo che la missione sia terminata. Possiamo tornare alla Capitale e festeggiare.-
Dulcina lo fissò per un istante, poi sorrise a sua volta:- Sai, non è male. Non pensavo che queste imprese eroiche dessero tante soddisfazioni, potrei anche fare l'eroina a tempo pieno.-
- Beh, ci sono delle eroine in effetti, ma non è proprio un mestiere da ragazze...- iniziò il cavaliere, prima di interrompersi di nuovo nel percepire un leggero cambiamento di atmosfera. Da dove proveniva quella sensazione di pericolo? Oh, giusto...
Il goblin, ancora una volta dimenticato, fece un sospiro ed approfittò della tempesta di proteste appena scatenatasi per dileguarsi nella foresta. Con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a superare di nuovo lo Spacco e tornare a casa senza farsi beccare da qualche altro paladino, o peggio ancora dall'esercito di Mors Tua. Almeno un paladino lo avrebbe ammazzato.
Non degnò di un'occhiata la scena alle sue spalle. La gente tendeva a non considerare i goblin esperti in campo sentimentale, ma questo goblin in particolare era assolutamente certo che quei due avrebbero continuato allo stesso identico modo per anni.
Ed in effetti, fu proprio quello che avvenne.

- Che... che cosa?- balbettò Amelia, resistendo alla tentazione di prendere la sfera e scuoterla fino a far riapparire un'immagine. All'interno, macchie di colore indefinito continuarono a turbinare pigramente, coprendo i personaggi e la lussureggiante foresta in cui si trovavano.
- Non può essere finita così.- protestò a sua volta Agatha:- Non abbiamo neanche visto un bacio!-
- Che c'entrano i baci? Io volevo vedere quel dannato libro!- ribatté Amelia imbronciata:- Ed altri incantesimi! E come usare la sfera!-
Petronilla sospirò e decise di contribuire: si avvicinò alla sfera, sussurrando pianissimo:- Stupida palla, se non ci fai vedere qualcos'altro adesso, ti butto nel porcile appena Amelia non guarda.-
Amelia ed Agatha emisero un'esclamazione di sorpresa nel vedere la rapidità con cui nuove immagini si stavano formando. La strega più giovane si limitò a sopprimere un ghigno soddisfatto.

Erano passati pochi giorni da quando Dulcina era tornata alla Capitale ed all'Accademia, ed ancora l'euforia non era passata. Il fatto che tutte le sue compagne di studi, comprese le viziate marmocchie nobili che erano lì solo per noia e che fino a quel momento l'avevano guardata dall'alto in basso, l'avessero ora festeggiata come la miglior maga di sempre aveva contribuito. Ancor più significativa era stata la faccia fatta dagli aspiranti maghi di sesso maschile, che avevano dovuto ammettere loro malgrado la superiorità delle ragazze in campo magico. E la faccia del professore di Demonologia quando lei aveva consegnato il miglior saggio della classe su un Tentacolarius Horripilans era stata impagabile.
In confronto a questo, l'annuario in sé era stato quasi un fattore secondario, anche se l'immagine del rettore travestito da donna in cima alla torre più alta della città l'avrebbe perseguitata a lungo. E non aveva mai neppure pensato che il laboratorio di alchimia potesse avere ospitato feste del genere. In ogni caso, la prossima volta che i professori avessero tentato di assegnar loro dieci esami in una settimana avrebbero avuto qualcosa su cui riflettere. Dopotutto, il regolamento non vietava esplicitamente il ricatto, giusto?

- Mi piace questo regolamento, potrei averlo scritto io.- fece notare Petronilla annuendo soddisfatta. Amelia evitò di rispondere, riflettendo tra sé che la sua cara sorellina aveva tutte le caratteristiche in regola per essere un diavolo, altro che una strega.

Quella mattina, comunque, l'euforia della vittoria aveva lasciato il posto ad un martellante mal di testa. Dulcina si rigirò tra le lenzuola, mugolando un'imprecazione contro la luce del sole. Non poteva essere già mattina, giusto? Non ricordava neppure di essere andata a letto...
Ricordava di essere uscita attraverso un passaggio segreto per bere qualcosa insieme alle compagne dell'Accademia, però. La birra la ricordava, anche se non era del tutto sicura di chi avesse avuto l'idea di mischiarla ad un paio di pozioni non identificate... ah, giusto, era stata lei. Mai più.
E ricordava che le avevano cacciate fuori dalla taverna dopo che avevano congelato un tipo che si stava facendo un po' troppo audace nelle sue battute verso di loro. L'oste aveva borbottato qualcosa sul fatto che non bastavano i maghi, ora ci si mettevano anche le femmine, ed era evidente che studiare faceva male alla salute mentale. Dove erano finite poi? Se non ricordava male, una delle ragazze aveva insistito per andare a...
Dulcina gemette di nuovo, ricordando improvvisamente che in qualche modo erano finite nella taverna frequentata dai cavalieri della città. Maledette ragazze nobili che studiavano la magia per divertimento, loro e la loro fissazione per i cavalieri, che cosa ci trovavano? Anche se doveva ammettere che non era stato spiacevole rivedere Storm.
- Sì, è stata una bella sorpresa.- commentò una voce, mentre la porta della stanza si apriva.
In quel momento, Dulcina realizzò tre cose: non era nella sua stanza all'Accademia, l'ultima volta che aveva controllato la sua compagna di camera non aveva una voce maschile, ed alzarsi di scatto con i postumi di una sbornia era una pessima idea.
- Che cosa ci faccio qui?- urlò all'indirizzo del cavaliere che non avrebbe dovuto essere di fronte a lei. La mente di Dulcina si rifiutava di ricordare oltre, ma stava realizzando che era ancora vestita, e questo era un buon segno, giusto? Giusto?
Storm appariva sinceramente perplesso, mentre posava un vassoio con una tazza fumante sulla sedia di fianco al letto:- Beh, ieri sera non eri proprio in condizioni di lasciare la taverna da sola, quindi... -
- Ero con le mie compagne.- obiettò lei, prendendosi la testa tra le mani.
- Non esattamente. Alcune erano già uscite a vomitare, un paio erano addormentate, e le altre non avevano intenzione di lasciare la compagnia.-
Il rapporto di Storm con le donne (secondo lui)
- E quindi?- lo sollecitò la maga, appuntandosi che aveva trovato l'incentivo perfetto per dare il massimo alle prossime esercitazioni di magia da combattimento.
- E quindi ho pensato di prestarti il mio letto. Hai dormito e basta.- la rassicurò il cavaliere.
Dulcina tirò un sospiro di sollievo:- Oh, grazie! Grazie, grazie, grazie! Per un attimo avevo pensato che avessimo...-
Ci fu un silenzio imbarazzato, poi Storm ribadì in fretta:- Assolutamente no! Non mi è neppure passato per la testa!-
- Certo, neanche a me. Non avrei mai e poi mai...-
- Insomma, non voglio dire che tu non sia bella...-
- Insomma, non è che tu non sia il mio tipo...-
- Cioè, io non avrei niente in contrario ovviamente, ma...-
- No, certo, neanche io, ma...-
Ancora una volta, calò il silenzio, mentre le due persone nella stanza ripercorrevano la conversazione.
- Allora, stai dicendo che vuoi...-
Per essere un cavaliere, Storm avrebbe dovuto essere più rapido a schivare il cuscino che Dulcina gli tirò addosso, oppure la tazza che lo seguì subito dopo, accompagnata da una sequenza di minacce alla sua persona ed alla sua assoluta incapacità di comportarsi da persona normale. Il cavaliere proprio non riusciva a capire cosa avesse fatto di sbagliato.

E la giusta reazione di Dulcina.
La sfera si spense ancora una volta, ma stavolta Agatha ed Amelia erano troppo impegnate a ridacchiare senza freno per lamentarsi. Dopo qualche minuto, Petronilla decise che ne aveva abbastanza, ed adottò una strategica espressione confusa.
- Ragazze... io non ho capito che cosa sia successo. Che cosa pensava che avessero fatto?-
Le risate si fermarono, sostituite da due facce imbarazzate. Amelia le arruffò ancora una volta i capelli, con un po' più forza del solito.
- Petronilla, non ci pensare. E' un ordine. Ed è anche ora di andare a dormire.-
Petronilla omise di precisare che sapeva esattamente di cosa stavano parlando: dopotutto, vivere in una fattoria è molto istruttivo. Ma a volte era conveniente che sua sorella se ne dimenticasse. Gettò un'ultima occhiata alla sfera, e rifletté che quella volta la storia era stata davvero interessante.
- Chissà cosa stanno facendo ora quei due...- commentò Agatha con aria sognante.
Amelia alzò le spalle:- Beh, questa sfera pare decisa a non mostrarci il presente, quindi dubito che lo sapremo. E' una storia che racconterà qualcun altro.-
- Uh?-
- Che hai detto?-

La ragazza scrollò le spalle:- No, non so perché l'ho detto. Penso che sia proprio ora di andare a dormire, e fine della storia.-


Amelia, Agatha e Petronilla quando saranno grandi (o almeno come si immaginano). Per la gioia dell'Inquisizione e dei maschietti del villaggio.


Ricordatevi di visitare il blog di Clara, ANIMULA SOLIVAGA!

e per i capitoli precedenti come al solito vi rimando all'Indice!

4 commenti:

  1. Peccato, mi mancheranno le tre streghette-bambine:)
    Comunque grazie a Clara per i divertenti episodi e auguri per tutti i suoi prossimi progetti!
    H.G.

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  2. Spero che tornino presto... Ma tornano, vero?

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  3. E' Clara l'unica che può saperlo! ;) Per ora credo abbia intenzione di tornare sulle recensioni, ma in futuro chissà... ^^

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  4. Non preoccupatevi, le streghette rimarranno, solo che per un po' si occuperanno delle recensioni invece che di un arco narrativo vero e proprio. Però non si può mai sapere ;)

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Leali sudditi!
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Con velenosa franchezza,

Archibald Lecter, segretario particolare del Re